Perché non bisogna dire a un bambino che è intelligente secondo gli scienziati

Gabriele Cervo

Ogni genitore ed educatore conosce l’ondata di orgoglio che li spinge a complimentarsi con un bambino sottolineando la sua intelligenza. Tuttavia, delle voci si levano nella comunità scientifica per mettere in discussione questo approccio. Studi approfonditi ci invitano a riconsiderare gli effetti di questi elogi bene intenzionati sul comportamento e sulla psicologia dei più giovani. Quali sono quindi gli impatti sottostanti di queste affermazioni e come possono influenzare lo sviluppo del bambino? Questo articolo si basa su ricerche internazionali per esplorare perché sarebbe preferibile lodare gli sforzi piuttosto che l’intelligenza intrinseca dei bambini.

Gli effetti controintuitivi dei complimenti sull’intelligenza

Sembra naturale dire a un bambino che è intelligente quando riesce in qualcosa, ma i ricercatori avvertono contro questa pratica. Infatti, questi complimenti benevoli potrebbero avere delle ripercussioni negative sul comportamento dei bambini. Gli specialisti della psicologia infantile hanno osservato che questo tipo di elogio può ostacolare la volontà di affrontare le sfide e ridurre la perseveranza di fronte alle difficoltà. L’idea che devono costantemente dimostrare la loro intelligenza può creare una pressione insostenibile nei bambini, spingendoli così a evitare le situazioni in cui potrebbero fallire e perdere la loro etichetta di “intelligenti”.

Uno studio internazionale illuminante

Una collaborazione tra l’Istituto di Scienze Psicologiche di Hangzhou e l’Istituto di Studi Pedagogici di Toronto ha dato vita a uno studio determinante. Questa ricerca si è concentrata sulle conseguenze dei diversi tipi di lodi rivolte ai bambini. Lo studio ha coinvolto partecipanti di vari contesti culturali, rafforzando così la validità e l’applicabilità delle sue conclusioni a livello internazionale. I ricercatori hanno cercato di capire come gli elogi potessero influenzare gli atteggiamenti dei bambini nei confronti dell’apprendimento e della morale.

Risultati preoccupanti sul legame tra lodi e disonestà

I risultati dello studio hanno rivelato una tendenza allarmante: i bambini che sono stati regolarmente valorizzati per la loro intelligenza erano più inclini a barare. Questa conclusione suggerisce che si stabilisce una pressione implicita quando l’intelligenza di un bambino viene costantemente messa in risalto. Invece di concentrarsi sull’acquisizione di conoscenze o sullo sviluppo di competenze, i bambini potrebbero essere più preoccupati dalla necessità di mantenere il loro status di “intelligente”, a scapito dell’onestà e dell’integrità.

Lodare gli sforzi, un approccio raccomandato

Di fronte a queste scoperte, esperti come Carol Dweck, co-autore dello studio, consigliano di riconoscere e valorizzare gli sforzi dei bambini piuttosto che la loro presunta intelligenza. Questo approccio mira a incoraggiare una mentalità di crescita, in cui i bambini imparano ad apprezzare il processo stesso di apprendimento e a vedere le sfide come occasioni per migliorarsi. Lodando la loro perseveranza e determinazione, li si aiuta a sviluppare una fiducia in se stessi più sana, che non si basa unicamente su risultati immediati o acclamazioni esterne.

Comprendere l’impatto delle nostre parole sui bambini è essenziale per guidarli verso uno sviluppo equilibrato ed etico. La valorizzazione dello sforzo rispetto al semplice risultato invita a una riflessione più ampia sull’educazione e sull’accompagnamento delle generazioni future. Attraverso gli insegnamenti di queste ricerche, genitori ed educatori sono meglio armati per sostenere i bambini nella loro crescita personale e intellettuale.

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Circa l'autore, Gabriele Cervo
Ho smesso di studiare psicologia per viaggiare, ma questo mondo rimane la mia grande passione. Vorrei condividere con voi i miei segreti sulle relazioni e sullo sviluppo personale, che ho imparato in quasi dieci anni di incontri.
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